« respingi
chiunque venga a mendicare ;
Sono poveri la cui impudenza merita solo
un’elemosina.
Respingi chiunque non sia della razza che
passerà all’altro mondo.
Gli uomini portano tutti visibilmente la loro
impronta.
Non temere di essere ingannato dagli
impostori,
Essi non sapranno nulla di ciò che è celato
se sono impostori
E non potranno vivere al cospetto della luce.
»
R. A. Schwaller de Lubicz
Nel 2006 si
celebrano i vent’anni di esistenza dell’“Associazione
culturale Schwaller de Lubicz”, creata in Torino grazie ad alcuni
amici italiani della famiglia de Lubicz e costituita con
atto notarile in data 16 aprile 1986.
Scopo
dell’Associazione è lo studio dell’opera dell’ermetista
francese René Adolphe Schwaller de Lubicz (1887-1961) e
della sua consorte Isha (1885-1963), nonché della Tradizione
ermetica nei suoi vari aspetti, dall’antichità sacerdotale
all’alchimia tradizionale.
L’Associazione si propone altresì di perpetuare
l’insegnamento tradizionale trasmesso dai due autori, e di
facilitare i contatti e gli incontri fra i lettori
interessati a questi argomenti.
spigolature da opere di rené a. schwaller de lubicz
« L’Essere
immortale, l’Essere eterno in noi, invoca da sempre la
Conoscenza, la Scienza eterna; essa la invoca in quanto fine
della sua passeggera incarnazione, come se fosse il dovere
dell’uomo, suprema creatura che deve formulare una scienza
che altrimenti, in maniera naturale e passiva, egli subisce
attraverso le sue sofferenze, fino al doloroso ridestarsi
della sua Coscienza – intendo, evidentemente, la Coscienza
dell’Essere eterno che è in noi. Al di fuori di questo, a
che cosa serve tutto il resto? A che cosa serve tutta la
filosofia che discute senza approdare a niente? A che cosa
serve la scienza che si autodistrugge? A che cosa serve
svegliarsi al mattino per affrontare una penosa lotta
quotidiana, per arrivare alla sera stanchi, sfiniti, per
avere come solo risultato l’agonia di una vita così vana?
Se vivessimo
davvero, allora ogni sofferenza si trasformerebbe in gioia,
ogni sforzo produrrebbe frutti, nulla potrebbe turbarci,
poiché il fine ci illuminerebbe e tutto questo passaggio ci
apparirebbe semplicemente una tragicommedia, priva di
qualsiasi specifica importanza: soltanto il Fine sarebbe
importante.
Fino a quando
l’intelligenza cerebrale governerà il mondo, questo sarà
gestito dagli esseri inferiori, poiché la vita dell’Uomo
sarà solo lotta, lotta di forza e di potere, lotta di
vanità, lotta di ricchezza, lotta per un’esistenza il cui
fine è falsato! Tutta la vita si fonderà esclusivamente
sull’equilibrio tra domanda e offerta, potere e subire,
giustizia da pugili e diritto del più forte, equilibrio di
argomenti in cui ogni affermazione può essere confutata,
ogni prova denegata e distrutta e l’uomo, allora, non sarà
altro che il più feroce degli animali.
Ma l’uomo
non è un animale: egli è animato. L’uomo è una sintesi
del Cosmo, una creatura che reca in sé la scintilla
divina. L’Uomo non è un anfibio evoluto, una forma animale
divenuta ciò che noi siamo.
L’Uomo è un
essere dall’origine perfetta, un essere divino, che è
degenerato divenendo ciò che noi siamo oggi.
È stato
necessario un incredibile decadimento per costringerlo ad
accettare delle teorie materialiste come quelle di Lamarck e
di Darwin! Bisogna non aver proprio più alcuna traccia di
fiducia nell’Armonia divina, né una traccia di legittimo
orgoglio, per non riuscire a reagire contro una scienza che
ci abbassa al livello di bruto, definito “preistorico”, o
antropoide. Coloro che conducono l’umanità verso questo
abbrutimento possono essere solo dei folli o dei criminali.
»
« Perché la
scienza divenga vitalmente feconda, per uscire dal dominio
materiale (senza valore vitale) della meccanica, bisogna
fare appello alla Coscienza e non più soltanto al
ragionamento cerebrale. Finora si è sacrificato alla verità
“intersoggettiva” del gruppo, ossia è riconosciuto come vero
solo ciò che è percepito dalla generalità degli uomini. Ciò
che soltanto l’individuo isolato percepisce, grazie a uno
stato di coscienza superiore, oppure grazie a una
sensibilità sensoriale eccezionale, è relegato, quando non
rigettato, in quanto conoscenza soggettiva e non condivisa.
Ma la Coscienza evolve, anzi è solo la Coscienza che
evolve; bisogna dunque coltivare questa evoluzione per
infrangere il circolo “chiuso” della coscienza psicologica.
»
« Per essere
certi della nostra Conoscenza così come siamo certi del
nostro Sapere, dobbiamo dunque cercare la prova sperimentale
che dimostri che lo Spirito, l’astratto, diviene
effettivamente concreto attraverso un percorso determinato.
La Scienza
Sacra afferma che ciò è possibile; essa ce lo insegna
attraverso il suo Esoterismo, che è ermeticamente
chiuso soltanto all’intelligenza cerebrale, e lo resterà
se non coltiviamo un altro aspetto dell’Intelligenza e una
mentalità che non sia quella stantia delle nostre scuole.
È per questo
motivo che i Saggi lasciano la speculazione agli oziosi e
osservano la Natura. Essa insegna tutto. Un suono evoca
tutti i suoi armonici, una ghianda di quercia evoca la
quercia: è un complesso armonico che, nel regno vegetale, è
quercia. Ma gli armonici musicali sono vibrazioni corporee,
di natura acquatica. La semenza (il suono o la ghianda, il
seme o lo spermatozoo) ha una natura specifica, e questa
specificazione è la genesi delle semenze dal Minerale
all’uomo, la riduzione spaziale della sostanza senza
forma.
Non vi è
alcun “seme primordiale”, e l’uovo ha preceduto la gallina.
La sostanza di questo uovo è sempre esistita in quanto
sostanza senza forma, Vergine Cosmica. Lo sperma del gallo,
al contrario, è divenuto, generato nel passaggio
dalla nebulosa cosmica ad esso.
Il principio
cristico, invece, sarà fecondazione diretta, senza semenza
specifica, come un salto dall’origine astratta al prodotto
ultimo umano: Dio-Uomo. »
« Vi sono per
la Coscienza due strade possibili: quella della Redenzione
Cristica o Horiana, oppure quella degli “Antichi” detta del
“Buon Re” (Melchisedec) o Osiridea. Il principio del
rinnovamento costante, ossia Osirideo, è quello che esige lo
strumento fisico di trasmissione.
…?
Perché questa
scelta? Perché vi sono tre possibilità: o l’Unità non si
scinde, resta pura in sé, e quindi non si moltiplica nelle
sue parti, mentre l’Universo resta nella Causa; oppure essa
si scinde e si moltiplica. Ma può altresì scindersi
(prendere forma) e rifiutare di moltiplicarsi per sussistere
in quanto immagine dell’Unità costante.
Queste sono
le stirpi osiridea e horiana, e le due principali vie:
l’Opera naturale e quella soprannaturale. »
« Due vie,
due vie per un solo obiettivo. Due vie che distinguono i
“liberati” da coloro che rimangono, due vie che distinguono
coloro che hanno rinunciato da coloro che restano sottomessi
ai “desideri” o che debbono ancora gustare le gioie e le
pene di questa vita.
È forse una
religione? No – è più che una fede: è la Conoscenza per
alcuni; la Conoscenza della parola divina che ordina il
mondo e questa Conoscenza è anche la Scienza sacra. Per
altri, è l’ordine inevitabile: essi subiranno le conseguenze
di tutte le cause generate dai loro atti, che essi credano o
che essi dubitino; ed è il cammino indiretto, il più logico;
la più sicura e la più confortante delle leggi, quella che
lascia giudice ogni individuo, giudice di ciò che è, di ciò
che comprende e di ciò che desidera. La via di Osiride non
viene imposta da nessuno: è la realtà naturale che parla.
Dal momento in cui un uomo nasce sulla terra, egli entra nel
ciclo da cui non può uscire se non dopo aver annullato le
cause di disarmonia da lui stesso generate.
Che crediate
o non crediate, nulla cambia per il percorso naturale lungo
la via osiridea. Siate buoni, siate giusti, siate
caritatevoli e riceverete più presto la Luce. Siate cattivi,
siate crudeli, siate egoisti, e – credeteci o no –
pagherete. Voi dite: “Io non ricordo le mie vite passate.”
Non sono forse dei ricordi la vostra illuminazione, se
l’avete generata, e le vostre sofferenze, se le avete
provocate?
Ogni vita
umana è necessariamente una conseguenza che comporta
sia delle ricompense che dei pagamenti, ma essa è anche
causa di quel che segue: causa della continuità della
schiavitù, oppure della liberazione per chi ha spezzato
consapevolmente delle catene. Questa rottura è una rinuncia
gioiosa, che non costituisce né una fuga né un timore, ma un
richiamo irresistibile verso la Luce. E quando questo
richiamo fa sentire la sua voce, la porta del tempio si apre
spontaneamente: Horus, Cristo, l’unzione divina, infine,
comincia la sua opera…
Così hanno
parlato i Saggi di tutti i tempi, coloro che hanno visto con
certezza la più semplice delle verità.
L’Egitto si è
conservato per millenni perché la Via del
rinnovamento ha mantenuto il suo popolo sul retto cammino e
nella certezza che la morte è soltanto un cambiamento nella
continuità della vita.
Il Tempio ha
riservato a coloro che erano illuminati la via diretta che
il Cristianesimo ha insegnato apertamente con tutte le sue
conseguenze. »
« La fine
dell’Egitto faraonico è la fine di un ciclo cosmico e
non la fine di un regno. Osiride, attraverso Iside-Maria, ha
generato Horus-Cristo,
annunciato, contenuto, conosciuto nell’esoterismo faraonico.
Essendo giunto il Tempo (fase della Genesi Cosmica) del
segno dei Pesci, è nato il Fanciullo Divino. È nato dallo
Spirito, è nato dalla Necessità generata dalla caduta del
Verbo nella Materia, la Natura, nel ruotare dei cicli del
Mondo, per mezzo dei quali la frattura dell’equilibrio
primordiale, attraverso il Sapere, diventa la Coscienza del
Sé, fusione cosciente dell’Essere in se stesso. Il virtuale
è divenuto effettivo per mezzo del compimento della Forma in
tutti gli aspetti possibili. Ma Ioshua-Gesù è caduto dal
Cielo in tutta la perfezione della Forma finale della
Natura,
e qui vi è
l’annuncio di una Fine. »
« Gli Egizi denominavano Horus l’elemento
superevolutivo, nell’Universo e nell’Umanità. Se Osiride
è il Neter della Natura e
degli esseri naturali, Horus ne è
l’elemento super-naturale, cioè quel che è
entrato nel regno superiore o super-umano
tramite la coscienza acquisita. » (Isha Schwaller de
Lubicz, Her-Bak discepolo).
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